sabato 30 maggio 2009

Fight Club: Regole

Prima regola- Non parlate mai del fight club

Seconda regola- Non dovete parlare mai del fight club

Terza regola- Se qualcuno grida basta, si accascia, è spompato, fine del combattimento

Quarta regola- Si combatte solo due per volta

Quinta regola- Un combattimento alla volta

Sesta regola- niente camicia niente scarpe

Settima regola- I combattimenti durano per tutto il tempo necessario

Ottava ed ultima regola- Se questa è la vostra prima sera al fight club, dovete combattere

domenica 17 maggio 2009

Fight Club: Frasi celebri

Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!

Siamo consumatori. Siamo sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossesiona. Omicidi, crimini, povertà. Queste cose non mi spaventano.
Quello che mi spaventa sono le celebrità sulle riviste, la televisione con 500 canali, il nome di un tizio sulle mie mutande, i farmaci per capelli, il viagra o le calorie.

Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne.. mi chiedo se un' altra donna è veramente la risposta che ci serve!

Devi avere coscienza non paura. Coscienza che tu un giorno morirai.

Mi guardo intorno e vedo un sacco di brutte facce nuove. Perciò molti di voi hanno infranto le prime due regole del Fight Club... Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale, e lo vedo sprecato. Porca puttana, un’intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli o schiavi con i colletti bianchi. La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti. Fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia. Non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo né la Grande Guerra né la Grande Depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale. La nostra grande depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinti che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock star... ma non è così e lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene.

Respingo i principi base dell umanità, soprattutto l' importanza dei beni materiali.

Congratulazioni, ora hai fatto un passo verso il fondo.

sabato 16 maggio 2009

Carta di identità digitale




Carta di identità digitale: Davide Fasanella
Data di nascita: 3 luglio 1988 in anticipo di due mesi sulla data prevista.
Precoce fu il rapporto con la tecnologia.
All' età di otto anni stanco dei lego e dei soliti pupazzetti,che avevano invaso il mio già ridotto spazio privato, riesco a ricevere il mio primo game boy affascinato dal favoloso mondo di mario & co.
Alle soglie del nuovo millenio geni nani giapponesi diedero vita alla rivoluzione digitale creando quanto di meglio si possa desiderare per delle semplici creature mortali: la playstation.
I rudimentali strumenti che avevano accompagnato la mia vita fino ad allora scomparvero lasciando spazio a tale perfetta creatura.
Metal gear, pro evolution soccer, grand thief auto e tanti altri ancora divennero il mio sfogo quotidiano e l' occasione per dare luogo alle più recondite pulsioni personali in fatto di giochi.
Travagliato fu il rapporto con il mio primo pc; Un rapporto di odio-amore, capitò quasi per caso a casa su richiesta del fratello maggiore;
Non ricordo quando i miei decisero di acquistarlo.
Ricordo che lo vidi per la prima volta tornando da scuola sulla mia scrivania,
mi apparve enorme.
Ho sempre nutrito un generale disinteresse per questo strumento; Già allora temevo di poter diventare schiavo di una macchina, un ebete incollato ad uno schermo, poi avevo altri interessi.
Ed eccomi qui oggi.
Il destino mi ha restituito il tutto con gli interessi; Ammetto di aver compiuto un salto di qualità durante il biennio di vita universitaria, le lacune di certo non mancano, ho ancora un blog da terminare( http://davide-bau-baudavide.blogspot.com/) ma il tempo è dalla mia parte e avrò modo di riparare ai miei errori.
Vorrei in tema di blog lasciarvi con una massima che spero faccia riflettere:
Le cose che possiedi alla fine ti possiedono.

mercoledì 13 maggio 2009

In medias res

Eccoci giunti nel vivo della questione.
Si tratta ora di soffermarsi sui temi caldi e giustificare i motivi per cui un ignaro lettore dovrebbe impiegare oltre due ore nella visione di questa pellicola.
Nè vale forse la pena? Assolutamente sì.
All' epoca il film suscitò parecchi dissapori ed ebbe una critica negativa pressochè unanime.
Ciò contribuì ad alimentare la curiosità e il riscontro del grande pubblico al botteghino fu enorme.
Etichettare quest' opera cinematografica fra i cult non fa certo storcere il naso, con buona pace della critica.
Semplice manifesto della violenza?
Chi la pensa così non fa altro che fermarsi in superficie.
La violenza è piuttosto un presupposto per una riflessione più ampia.